Il corano a scuola

 

SPETT.

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Alla cortese attenzione del Cardinal Martino

 

Abbiamo letto su alcuni quotidiani la Sua presa di posizione in favore “dell’introduzione del Corano in classe”, corredata dai soliti inviti al dialogo (sempre ovviamente a senso unico, come ormai si usa in Europa!).

Ciò premesso gradiremmo (nella Sua qualità di esponente della Chiesa Cattolica fondata da Gesù Cristo) una Sua chiara, precisa e profetica presa di posizione riguardo ai seguenti punti salienti:

1)      esigenza di una reciprocità in quanto, come Lei ben saprà (diversamente basta interrogare i veri missionari cristiani nei Paesi islamici!), dove vige l’Islam i cristiani non possono minimamente dimostrare pubblicamente la loro appartenenza religiosa e, soprattutto, non possono esercitare alcuna forma di evangelizzazione (pena la morte!). La reciprocità, infatti, oltre a costituire un elemento cardine per qualsiasi dialogo funge da democratica “forzatura” per ottenere il rispetto dei più elementari diritti, sconosciuti dove vige la sharia (vedere la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha affermato l’incompatibilità della sharia con la Convenzione per i diritti dell’uomo);

2)      tutela dei cristiani nei Paesi islamici che spesso subiscono ogni specie di sopruso per il solo fatto d’essere cristiani;

3)      necessità di predicare il “Vangelo ad ogni creatura (quindi anche ai musulmani)” (Mc. 16,16 seg.);

4)      valorizzazione della donna in tali paesi e doverosa uguaglianza della medesima nei confronti dell’uomo (concetto sconosciuto nel Corano);

5)      indispensabilità di un dialogo che deve prevedere la necessità di due interlocutori dialoganti. Se uno pretende senza concedere e l’altro concede soltanto non esiste dialogo, ma prevaricazione o imposizione;

6)      evidente differenza tra il Corano ed il Vangelo come insegnato dalla Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna mediante il documento “Islam e Cristianesimo”.

Infine desidereremmo che Lei, a viva voce, come Suo dovere di Cardinale, stigmatizzasse la dilagante “cristianofobia” sempre più in voga anche nei Paesi Occidentali.

 

Distinti saluti.

 

Il presidente

Dott. Arrigo Muscio