I cattoislamici, i cattogay, i cattopacs ecc. e
quanti li appoggiano
sono serviti!
Il Cardinal Ruini (Presidente della Conferenza Episcopale Italiana)” ha infatti chiarito:
“Nella situazione attuale meritano inoltre speciale attenzione alcune fondamentali tematiche antropologiche
ed etiche, come quelle del rispetto della vita umana dal concepimento al suo
termine naturale e del sostegno concreto alla famiglia legittima fondata sul
matrimonio, in particolare nei suoi compiti di generazione ed educazione dei
figli, evitando invece di introdurre normative che ne comprometterebbero
gravemente il valore e la funzione e non corrispondono ad effettive esigenze
sociali.
……. In quest’ultimo periodo il confronto
politico, nel nostro Paese, è comprensibilmente monopolizzato dall’ormai
imminente appuntamento elettorale, con toni accesi e molteplici terreni di
polemica. Nella sessione di gennaio di questo Consiglio Permanente abbiamo già
precisato il nostro atteggiamento, che è quello di non coinvolgerci, come
Chiesa e quindi come clero e come organismi ecclesiali, in alcuna scelta di
schieramento politico o di partito, e allo stesso tempo di riproporre agli
elettori e ai futuri eletti quei contenuti irrinunciabili, fondati sul primato
e sulla centralità della persona umana, da articolare nel concreto dei rapporti
sociali, e sul perseguimento del bene comune prima di pur legittimi interessi
particolari, che costituiscono parte essenziale della dottrina sociale della
Chiesa, ma non sono “norme peculiari della morale cattolica”, bensì “verità
elementari che riguardano la nostra comune umanità” (cfr
il discorso del Santo Padre ai pubblici amministratori di Roma e del Lazio, 12
gennaio 2006)……
Una più completa e approfondita esposizione e
motivazione di questi criteri di orientamento, da
porre soprattutto in rapporto con i programmi delle diverse forze politiche, è
contenuta nella Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede
del 24 novembre 2002 “circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento
dei cattolici nella vita politica”, in particolare al n. 4: assumendola come
riferimento concreto delle proprie scelte sarà possibile evitare la “diaspora
culturale dei cattolici” e una loro “facile adesione a forze politiche e
sociali che si oppongano, o non prestino sufficiente attenzione, ai principi
della dottrina sociale della Chiesa” (cfr il discorso
di Giovanni Paolo II al Convegno ecclesiale di Palermo, 23 novembre 1995).
Segnali senza dubbio preoccupanti giungono da
vari Consigli regionali, dove sono state presentate, e in qualche caso
approvate, proposte riguardanti le unioni di fatto che equiparano in larga
misura i loro diritti a quelli delle famiglie legittime: alcune di queste
proposte puntano inoltre ad essere trasferite al Parlamento nazionale, per
diventare legge dell’intero Paese….
……Assai significativa è la sentenza con la quale
il Consiglio di Stato, il 15 febbraio, ha respinto un ricorso che chiedeva la
rimozione del Crocifisso dalle aule scolastiche, con una motivazione che supera
la fallace antinomia tra la portata religiosa di questo simbolo e la sua
capacità di esprimere il fondamento dei valori civili propri della nostra
nazione.
Si è sviluppato nelle ultime settimane un
vivace dibattito su un eventuale insegnamento della religione islamica nelle
scuole pubbliche, dibattito che si è esteso anche all’insegnamento della religione
cattolica. Fatta l’ovvia premessa che la competenza della nostra Chiesa
riguarda i rapporti con lo Stato italiano in merito all’insegnamento del
cattolicesimo e non di altre religioni, sembra utile aggiungere qualche
precisazione. In primo luogo vale per tutti il diritto
alla libertà religiosa e in linea di principio non appare impossibile
l’insegnamento della religione islamica. Occorre però che ricorrano alcune
fondamentali condizioni, che valgono nei confronti di ogni insegnamento nelle
scuole pubbliche italiane: in particolare che non vi sia contrasto nei contenuti
rispetto alla nostra Costituzione, ad esempio riguardo ai diritti civili, a
cominciare dalla libertà religiosa, alla parità tra uomo e donna e al
matrimonio. In concreto, manca finora un soggetto rappresentativo dell’Islam
che sia abilitato a stabilire con lo Stato italiano un
accordo in merito; bisognerebbe inoltre assicurarsi che l’insegnamento della
religione islamica non dia luogo di fatto a un indottrinamento socialmente
pericoloso…..”
http://www.chiesacattolica.it/cci_new/news_images/2006-03/20/Prolusione.doc
Cordiali saluti.
Il presidente
Dott.